lunedì 23 febbraio 2009

Frasi ambigue

Il cammello guarda davanti a sè la porta basculante del garage, che rimane semiaperta.

Poi osserva attentamente il cavetto di acciaio dell'apertura manuale, che penzola come un cappio alla struttura metallica.

Infine si chiede come è possibile che la frase "non provi ad aprire la serranda a mano, che si rompe il cavetto", possa essere stata interpretata dal suocero come  "la sfido ad aprire la serranda a mano per far vedere che è più furbo di me"...

sabato 21 febbraio 2009

Prime impressioni sul FacciaBuco

Positivo: trovi un sacco di persone che non sentivi da anni

Negativo: ti chiedi se ci voleva proprio uno strumento come Facciabuco, per ritrovare quelle persone



Positivo: scopri di avere un sacco di amici

Negativo: ti viene il dubbio che tanti richiedano la tua amicizia solo per "fare numero"



Positivo: scopri quel che fanno i tuoi amici, e loro sanno quel che stai facendo tu

Negativo: anche colleghi e clienti hanno questa possibilità



Positivo: ci sono un sacco di applicazioni divertenti

Negativo: alla fine son molto dispersive



Positivo: hai la possibilità di vedere l'elenco di tutte le cose che hanno modificato tutti gli altri

Negativo: con l'aumentare del numero di amici, non riesci più a star dietro a tutto



Positivo: sembra fatto apposta per privilegiare la sintesi nelle comunicazioni

Negativo: assolutamente inadatto per chi vuole esprimere frasi più lunghe di una riga (ci sono le note ma allora è meglio un blog)



Positivo ma molto positivo: finalmente uno strumento per condividere con gli altri le foto senza obbligarli a sbadigliare per una serata intera davanti all'album

Negativo ma molto negativo: non è colpa di facciabuco, ma senza banda larga la lentezza di caricamento delle pagine diventa una sfida alla capacità di sopportazione

sabato 7 febbraio 2009

Testamento biologico

Chi mi conosce sa le mie volontà, almeno spero; ma per quanto può valere, in attesa che la montagna legislatoria partorisca l'ennesimo topolino, specifico qua che cosa dovrete fare del mio corpo dopo la dipartita, che ovviamente spero avvenga il più tardi possibile.

Oltre che prestatore di fisarmoniche sono anche donatore di organi, per cui dò l'autorizzazione a prelevare qualunque mia parte del corpo sia ancora sana e/o utilizzabile; lasciatemi solo il pistillo, che oltre al fatto che comunque ci potreste fare ben poco, in più non vorrei ritrovarmi nell'aldilà a fare una brutta figura con qualche bella Zomba.

Poi date fuoco a quel che resta, e se volete disperdete le mie ceneri su una montagna, oltre i 2000 metri perché odio le zanzare, ma in mancanza di ciò va bene anche la nicchia di un cimitero, basta che sia il più lontano possibile dal mio vicino, che non lo sopporto e non vorrei mi tormentasse anche nell'Aldilà che la sua bara è stretta, malcostruita, umida e che vuol convocare l'assemblea cimiteriale per tutti i difetti di cui sopra: questo sì che sarebbe un castigo eterno superiore alle pene infernali.

Ma se dovesse capitare che per un qualunque motivo io dovessi restare nel Limbo, in quella indefinibile zona di confine tra la vita e la morte, non lasciate che la mia non esistenza si prolunghi in eterno, vi prego, fate passare magari un paio di anni (non si sa mai) ma poi staccate la spina.

M soprattutto, non permettete che il mio destino venga deciso dal Berlusca per decreto... grazie.

domenica 1 febbraio 2009

La storia insegna

[1] At in castris Curionis magnus omnium incessit timor animis. Is variis hominum sermonibus celeriter augetur. Unusquisque enim opiniones fingebat et ad id, quod ab alio audierat, sui aliquid timoris addebat.

[2] Hoc ubi uno auctore ad plures permanaverat, atque alius alii tradiderat, plures auctores eius rei videbantur.

[...]

[4] Dubia durius accipiebantur; nonnulla etiam ab iis, qui diligentiores videri volebant, fingebantur.


Cesare, De bello civili, Libro secondo, 29.

 

La libera traduzione di quanto ho appena riportato, più o meno suona così:

Nel campo di Curione iniziò a serpeggiare il panico, alimentato dalle voci dei legionari. Ognuno infatti cercava di interpretare ciò che gli veniva detto, aggiungendoci del suo e così facendo contribuendo ad aumentare il timore.

Se una chiacchera, anche se partorita da una sola persona, inizia a passare di bocca in bocca, inizia ad acquistare autorevolezza, come se fosse suffragata da più fonti.

Di conseguenza le voci, anche se non verificate, venivano accolte come drammaticamente vere; e in più alcuni, per far vedere che erano informati più degli altri, ne inventavano di nuove.



Ora, chiunque può interpretare e adattare ciò che ho riportato al giorno d'oggi, come meglio crede; fatto sta che ancora una volta resto impressionato da quante cose gli antichi abbiano ancora da insegnarci.