martedì 3 aprile 2007

Ho visto 300 (e qui ne parlo)

Forestiero, annuncia agli spartani

che noi qui siamo caduti

obbedienti alle sue leggi.


Simonide



Sono stato in viaggio di nozze in Grecia, ormai quasi dieci anni fa.

Tra i luoghi storici visitati, anche le mitiche Termopili.

Ero curioso di vedere quale posizione strategica i Trecento avessero difeso, e quali vantaggi avessero tratto dal terreno, per resistere così a lungo alle soverchianti forze persiane.

Ma il fiume Spercheo, depositando i suoi sedimenti per duemila e cinquecento anni, ha completamente cambiato la fisionomia del luogo, trasformandolo in una pianura chilometrica.

Pertanto, neanche la realtà "geografica" riesce ad essere fedele alla realtà "storica", sempre che esista una realtà storica.



Sono andato al cinema senza aver visto il fumetto; ma non mi aspettavo una fedele ricostruzione storica, perché per quelle mi leggo un bel libro, bensì che qualcuno mi raccontasse, a modo suo, che cosa successe alle Termopili, e che mi facesse vedere, ancora una volta, la micidiale falange spartana in azione; confidavo nel genio di Frank Miller e infine mi sono premunito di una buona dose di sospensione di incredulità.



E' vero, c'erano delle esagerazioni e ogni tanto ho aggrottato le sopracciglia di fronte a quelle più evidenti (il boia! Un incrocio tra Jabba The Hutt e un crostaceo), ma son convinto che fossero volute, per esprimere il senso di stupore che gli spartani provavano verso un mondo esotico, completamente estraneo al loro stile di vita, e quindi visto come alieno.

E ho pure chiuso un occhio su quella che all'epoca doveva essere considerata una bestemmia, ovvero l'abbandono della propria posizione nei ranghi della falange per gettarsi in un combattimento individuale, come non si faceva più dai tempi dell'Iliade, ultimo canto di gloria dell'Eroe solitario. Ho chiuso un occhio perché l'alternativa probabilmente più fedele, quella cioè di un riccio di lance e scudi che si muove avanti e indietro per un'ora, probabilmente avrebbe annoiato persino me.

Anche la voce di Serse non mi ha disturbato, anzi; rende bene l'idea di un dio sceso sulla terra, quale doveva essere il re di tutti i persiani. Certo, come iconografia era totalmente diverso da come potevo immaginare, ma era una visione accettabile.



Il film, concludendo, mi è piaciuto, e a parte il fastidio dovuto a quanti facevano i preziosi sputando spiritosaggini durante la proiezione, incuranti del rispetto verso i gusti degli altri, devo dire che sono uscito dal cinema completamente soddisfatto e appagato.



Per non rendere del tutto inutile la fruizione di questo mio post,  consiglio, a chi fosse interessato alle letture storiche, il libro "Le ombre dei guerrieri" di Jon E. Lendon, in cui viene fatto un excursus sull'evoluzione delle tecniche di combattimento degli antichi eserciti, a partire dall'Iliade fino ad arrivare ai Romani (ci tengo a precisare che NON sono guerrafondaio, anzi... però la funzione catartica di certe letture/visioni è impareggiabile)