martedì 27 marzo 2007

Post ferioso

Mi dirai "ma che ci fai qua che sei in ferie?"

Sarei spaparanzato sul divano, se la ditta con cui non sono ancora riuscito a troncare, e la ditta con cui miro a restare, non mi avessero cercato in rapida successione... forse domani mi toccherà farmi vivo con la seconda per dirimere la questione...

Ma poco male, nei tre giorni di ferie passati mi è già toccato portare the ricch(*) all'IK*A + Cast*rama dalle 15 alle 20 di domenica, poi son dovuto andare all'ufficio postale a ritirare una raccomandata sempre del ricch(*), infine, avendo prelevato la sua carta di identità per il ritiro della raccomandata, stasera mi tocca andargliela a portare alla stazione, e probabilmente accompagnarlo dai CC per la denuncia della subita clonazione della sua carta di credito. Strano che non abbia pensato a mandarci direttamente me, già che c'ero.

Ma forse ha pensato che in fondo avrei avuto già il mio bel da fare, a preparare la cena sostitutiva della pizza che avevamo organizzato stasera da noi con lui, il Digologo(*) e le rispettive fidanzate, pizza che stasera non si può mangiare perché lui, nel frattempo, ha organizzato una pizzata per domani sera, assieme a tutti i compagni di pendolarismo.

Lo so, sarà stato in treno con gli altri, una chiaccherata tira l'altra, è un po' che non usciamo tutti assieme, già perché non si fa una pizza, e perché non mercoledì, lui non avrà osato dire di no e si sarà trovato con due impegni uno di fila all'altro... e invece no! Era da solo in treno, e non sapendo bene cosa fare ha pensato di mandare messaggi a tutti gli altri assenti per organizzare questa cosa...



Quell'uomo è una tassa, e l'intero PIL dello stato italiano aumenta di qualche punto percentuale solo grazie a quello che riesce a combinare lui...



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(*) nomi di fantasia per il rispetto della privacy, e poi perché in fondo non ho detto niente di compromettente, altrimenti anche le impronte digitali ci mettevo

giovedì 15 marzo 2007

Dall'Etiopia...

Allora un giorno mi son svegliato e ho esclamato: "Etiopia!"

Non so perché, non c'è nessun motivo razionale (e l'idea è nata ben prima che quel zozzone di BrEd POtt decidesse di adottare una bimba etiope, se proprio volete saperlo), ma è stato da quello stato che sono partite le nostre ricerche delle associazioni. Perché, su consiglio del giudice, prima di ricevere ufficialmente l'idoneità abbiamo iniziato a informarci e a fissare degli appuntamenti conoscitivi con le varie associazioni. Questo perché entro un anno dobbiamo nominare ufficialmente l'associazione alla quale daremo mandato, ed è meglio farlo avendo le idee chiare.

Così abbiamo raccolto un po' di nomi, spedito mail, fatto telefonate. Ma le associazioni che seguono l'Etiopia si sono ridotte a una sola, e non sappiamo ancora se darle ufficialmente mandato (il perché lo spiegherò in un post dedicato alle associazioni che abbiamo visitato).

E poi ultimamente, in Etiopia agli italiani ci sparano...



... al Gambia

Un'altra associazione con cui abbiamo colloquiato non si occupa dell'Etiopia, ma del Gambia. Da buon turista ho iniziato a informarmi, cercando informazioni su internet. Il Gambia è un minuscolo stato dell'Africa centro occidentale; la quota massima che raggiunge è di 56 metri sul livello del mare. Non una nazione di grandi sciatori, devo dedurre...
Quale stato?

Le adozioni seguono due canali: quello nazionale e quello internazionale. Noi abbiamo deciso di imboccare entrambi, anche se la nostra aspirazione principale è rivolta all'adozione internazionale. Per conseguire quest'ultima è obbligatorio, per legge, rivolgersi ad una associazione; le associazioni sono tante e, almeno all'inizio, apparentemente si ha l'imbarazzo della scelta (non è proprio così; poi mi spiegherò); pertanto, per iniziare una prima scrematura, viene consigliato di restringere il campo delle associazioni possibili, basandosi sulla minor distanza della sede dell'associazione da casa propria, oppure su un insieme ristretto di nazioni nelle quali si vorrebbe andare ad adottare.

Già, ma quale stato scegliere? Dato che, in fondo, i bambini sono uguali in tutte le parti del mondo, credo che in questi casi si vada più su ciò che una nazione evoca, che su altro. In tal senso, a me piace molto il Sud America, mentre alla mogliettina piace molto l'Africa; entrambi, comunque, privilegeremmo il continente Nero.
Moduli e primi incontri.

Tralasciamo il lungo percorso che ci ha portato a questa decisione, e veniamo al dunque, cioè al giorno in cui abbiamo telefonato a un'associazione per un colloquio informativo.

"Ritenta, sarai più fortunato..."

Infatti, non sapevamo che prima di rivolgersi alle associazioni occorre ottenere l'idoneità, e per farlo il percorso è abbastanza tortuoso. Occorre ritirare un modulo, compilarlo e consegnarlo al tribunale dei minorenni di competenza, corredato di una lunga lista di certificati e documenti, tra cui l'autorizzazione dei propri genitori a proseguire... ecco tutto pensavo nella vita, tranne che, arrivato alla soglia degli "anta", dover andare dai genitori a farmi fare una autorizzazione firmata! Comunque tutto ciò ha un senso, in fondo i genitori sono i futuri nonni, anche loro hanno diritto a partecipare a questa decisione. E poi, ora che hanno firmato, non potranno ceto negarmi un po' di baby sittering in caso di bisogno... per precauzione ho fatto 8 fotocopie del documento, di cui due depositate in una cassetta di sicurezza anonima in un sotterraneo svizzero.

Siamo pertanto andati a ritirare detto modulo presso l'ASL della nostra provincia; ci siamo fatti spiegare a grandi linee dalla disponibile assistente sociale, come compilarlo e quale documentazione raccogliere.

Poi mi sono ritirato due settimane in meditazione per cercare di capire quello che mi ha spiegato l'assistente sociale (ma quello è un limite mio). Infine abbiamo iniziato la caccia ai documenti ma, soprattutto, la compilazione del modulo.

Ma che è 'sto modulo? In pratica è una specie di lista dove dovete esprimere quelle che sono le vostre preferenze, le vostre aspettative e i vostri desideri. A volte ci sono domande un po' strane. Ma solo dopo che avrete parlato con l'assistente sociale le capirete davvero!

Ad esempio, abbiamo capito da subito che non è che un bambino possa essere scelto come al supermercato, per cui se si richiede (ad esempio) un bambino bello, biondo, di sana e robusta costituzione, dal quoziente di intelligenza superiore e senza difetti fisici, come minimo si viene guardati con sospetto; subito abbiamo intuito che anche sull'età non ci si può impuntare, e che il bambino va accettato così com'è, perché è così che si farebbe nei confronti di un figlio naturale, e che differenza fa?

Non abbiamo capito sottigliezze tipo quella contenuta nella domanda: "quand'è che tuo figlio deve sapere di essere adottato?" 

Certo non potevo rispondere "Avendo deciso di cercare un bambino africano, non credo che sarà difficile farglielo capire", così ho risposto "quando lui manifesterà curiosità sull'argomento"

Ahimè, risposta sbagliata... ci è stato infatti spiegato che la condizione adottiva non solo non va nascosta, ma va fatta accettare fin dall'inizio al bambino, perché se si aspetta il momento giusto per dire la verità, quel momento non arriverà mai, e comunque quando arriverà sarà troppo tardi...

"Quanti bambini?" Anche due, perché no...

"Che età devono avere?" Non pretendiamo neonati, anche in età prescolare... non abbiamo pensato che è difficile trovare due fratelli, entrambi in età prescolare. Speriamo di avere la possibilità di spiegarci meglio nelle prossime occasioni che si presenteranno...

Comunque a partire dalla consegna della documentazione al tribunale, abbiamo avuto sei colloqui, tre con l'assistente sociale e altri tre con lo psicologo; sul contenuto di questi sorvolo, per non togliere il gusto della sorpresa a chi decidesse di fare lo stesso percorso...
Percorsi obbligati e scelte di vita

Qualche tempo fa io e la mogliettina abbiamo deciso di percorrere la strada dell'adozione internazionale. Non quella a distanza, quella a domicilio! Abbiamo fatto i vari colloqui e, forse anche perché né l'assistente sociale né lo psicologo hanno saputo dell'esistenza di questo blog, siamo a un passo dall'idoneità.

Cercherò da oggi di fare una cronistoria dell'esperienza che stiamo vivendo, fino al suo, si spera, lieto epilogo. Tanto ho circa due anni di tempo... la mia proverbiale pigrizia non può essere sconfitta, ahr ahr ahr!